Nespolo del Giappone

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Origine

Il nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica Thunb. Lindl. 1821) appartiene alla famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia Maloideae e viene collocato all'interno del genere Eriobotrya. È una specie subtropicale originaria delle regioni collinari più fredde della Cina sud-occidentale, ma si è ben adattata alle zone temperate. Successivamente, si è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo dove, sin dal XVIII secolo, ha trovato un habitat molto favorevole in Paesi come Algeria, Turchia, Israele, Spagna e Italia, dove fu piantato per la prima volta presso l'Orto botanico di Palermo.

 

Diffusione mondiale

La produzione mondiale, stimata attorno alle 200.000 tonnellate, è concentrata in Cina, Giappone, Pakistan, nei Paesi del Mediterraneo (Spagna, Algeria, Turchia, Israele e Italia) e, in misura minore, in Portogallo, India, Brasile, Cile, Stati Uniti e Brasile.

 

Il Nespolo nel Mediterraneo

All'interno del bacino del Mediterraneo le aree di produzione più importanti sono quelle spagnola con le provincie di Alicante, Granada e Malaga, turca e italiana, dove la produzione è concentrata essenzialmente in Sicilia con 442 ettari coltivati per una produzione di 58.434 tonnellate solo nel 2018, a fronte di una superficie nazionale di 453 ettari e una produzione di 59.184 tonnellate. Nel Palermitano è facile rinvenire il nespolo in molti giardini accanto agli agrumi, ai quali è stato storicamente consociato. In tutta la Conca d'oro, infatti, sono numerosi gli impianti tradizionali che, oltre al ruolo produttivo, hanno anche un valore storico, paesaggistico e ambientale.

 

Panorama varietale

Il panorama varietale è ampio e assai variegato in virtù della forte diversità dovuta alla propagazione per seme. Mogi e Tanaka costituiscono il 90% della produzione giapponese, tuttavia, quest'ultima si rinviene anche in Europa. Tanaka è una cultivar a frutto grosso (40-130 g), apprezzata per l’elevata resistenza alle manipolazioni. Proprio il suo carattere di resistenza e l'elevata attitudine alla manipolazione e ai trasporti sono alla base delle scelte varietali della Spagna, dove sono ampiamente diffuse, oltre alla Tanaka anche le cultivar Algerie, Magdal e Golden Nugget. Tuttavia, Algerie (50-70 g) è la varietà più coltivata. Un'altra cultivar presente in Spagna, ma apprezzata anche in Italia per la sua pezzatura generosa (60-150 g), riconoscibile per la forma allungata e per una leggera rugginosità della buccia aranciato-pallida è Peluche. L'Italia può contare su un panorama varietale molto assortito, basato su ecotipi autoctoni, spesso a polpa bianca, più adatti al mercato locale, e ha una offerta frammentata che riflette la polverizzazione delle superfici coltivate. Tra questi i più diffusi sono: Nespolone di Trabia, Sanfilippara, Virticchiara e Marchetto. Sono anche presenti un vasto gruppo di soggetti raggruppati sotto l'appellativo di Vaniglia in quanto caratterizzati dalla polpa bianca e dal gusto dolce.

 

Come si distinguono le cultivar

In generale, le cultivar possono essere classificate in relazione al colore della polpa, che varia dal giallo intenso al bianco-crema, all'acidità del succo e al calendario di maturazione (precoce, media e tardiva). Altri criteri di classificazione utili ai fini del miglioramento genetico, ma che possono anche avere una ricaduta sul mercato, sono la pelabilità, ossia la facilità di distacco dell'epicarpo dal mesocarpo e, in parte, la resistenza ad alcune avversità biotiche come la ticchiolatura. Studi più recenti sono indirizzati all'ottenimento di frutti partenocarpici per massimizzare la parte edibile del frutto.

 

Adattamento all'ambiente

Per ottenere le migliori performance vegeto-produttive, la pianta richiede un clima mite, con precipitazioni distribuite uniformemente durante l'anno, senza calore eccessivo specialmente durante la maturazione dei frutti. La pianta fiorisce in inverno e lo sviluppo del frutto avviene nei mesi più freddi dell'anno, mentre la maturazione si svolge in primavera. La temperatura ottimale per lo sviluppo di questa specie è compresa tra i 20 e i 30 °C. A differenza della maggior parte specie subtropicali in clima temperato, il nespolo tollera temperature anche sotto lo zero ma le pannocchie cominciano ad evidenziare danni all’allegagione e ai frutti. La temperatura tollerata è fino a -11 °C con oscillazioni in base alla fase fenologica. Il ciclo di sviluppo dei fiori e dei frutti si estende fino all’inverno, il che richiede una temperatura media di oltre 15 °C. Anche temperature elevate, superiori ai 35 °C, possono influenzare negativamente la crescita degli alberi e il loro raccolto. Nelle zone di clima molto freddo o eccessivamente caldo e umido, il nespolo cresce come pianta ornamentale in quanto non è possibile ottenere una produzione commerciale accettabile. Il nespolo del Giappone è considerato una specie con tolleranza intermedia alla siccità, essendo anche coltivato in zone temperate con 500 mm di precipitazioni medie annuali, ma si avvantaggia dell'irrigazione.

 

Indici di maturazione

L'individuazione del giusto grado di maturazione delle nespole è fondamentale per ottenere la migliore qualità, non solo in termini di contenuto in solidi solubili e acidità, ma anche di minerali, vitamine e composti bioattivi. L'indice di maturazione più usato per le nespole è il colore dell'epicarpo, visibile con il passaggio graduale dal verde al giallo-aranciato, fino al raggiungimento della colorazione definitiva tipica di ogni cultivar. Una soglia di giallo-arancio compresa tra l’85 e il 95% indica che il frutto ha raggiunto la completa maturazione. L'evoluzione del colore indica anche un aumento del contenuto in solidi solubili, rilevabile con un rifrattometro ed espresso in °Brix, parametro utile per la definizione del grado di maturazione anche se poco utilizzato nella pratica.

 

Raccolta

Il frutto del nespolo del Giappone, essendo molto fragile, dev'essere raccolto alle prime ore del mattino e manualmente, ponendo grande attenzione a questa operazione. Per non rovinare i frutti, i raccoglitori infatti utilizzano alcuni accorgimenti quali l'uso di guanti, il tagliare i peduncoli dei frutti vicino all'inserzione con le cesoie, senza tirare, e il poggiarli delicatamente nel contenitore di raccolta. Infine, la raccolta è scalare in quanto all’interno della stessa pannocchia sono presenti frutti a gradi di maturazione differenti.

 

Qualità dei frutti

Anche se a livello europeo non esistono indicatori inerenti ai requisiti minimi di qualità, in Spagna i frutti destinati all’esportazione vengono classificati in quattro categorie commerciali: Extra, I, II e III, in base alla forma, alla colorazione tipica della varietà e all'assenza di difetti. I frutti vengono poi calibrati secondo classi commerciali che variano da GGG (da 53 mm di diametro) a P (da 23 a 32 mm).

 
Fonte: Farina V. Nespolo del Giappone. In “Arboricoltura speciale” di Gentile A., Inglese P. e Tagliavini M. – Edagricole Università & Formazione, 2022, pp. 621-633.
 

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